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“Sala Operatoria”

 

Scritto e diretto da Cristian Izzo.

 

Con Massimo Masiello.

 

e Cristian Izzo  Alessandro Langellotti  Maia Salvato  Adriana Serrapica

 

Musiche originali di Salvatore Torregrossa

 

Disegno luci Ettore Nigro

 

Scene Francesco Esposito

 

Costumi Carla vitaglione

 

Ufficio stampa Hermes Comunicazioni

 

Aiuto regia Alessandro Verdoliva

 

Fonica Giosuè Parlato

 

Riprese Video Emilio Costa

 

Organizzazione generale Maia Salvato per Tavole da Palcoscenico

Si ringrazia per la collaborazione Compagnia degli Sbuffi – Aldo de Martino –

Violetta Ercolano e Compagnia del futuro.

 

 

( Emilio: “ E’ come una grande sala operatoria ormai, questa vita… stiamo tutti in fila ad aspettare il nostro turno, per salvarci! Per migliorare le nostre esistenze. E nel momento in cui crediamo sia arrivata la salvezza, il miglioramento, dopo aver aspettato e sofferto per chissà quanti anni… ci accorgiamo invece, che è giunta la fine!”)

In questa battuta di Emilio, lo stravagante protagonista di “Sala operatoria!”, è racchiuso il senso di una commedia noir, dai tratti grotteschi, ai limiti dell’horror, dall’ambientazione cupa e surreale.

Attraverso la storia di Salvatore- giunto nell’anticamera di una sala operatoria del fatiscente ospedale del suo paesino di provincia per operarsi una banalissima ciste alla lingua – e del suo incontro con Emilio, “residente” presso la stessa anticamera da ormai sette mesi, in attesa di essere a sua volta operato , causa appendicite, si racconta il dramma della malasanità, che continua ogni anno a meritare sempre più pagine di cronaca, spesso, nera.

Ma l’attacco alla scarsa preparazione ed efficienza, delle strutture e degli uomini, che dovrebbero curarsi di aiutare chi è più in difficoltà, diventa metafora della vita, spesso passata in attesa di qualcosa che ci salvi, che migliori la nostra condizione: a volte, proprio nel momento in cui crediamo di aver trovato la tanto attesa svolta, giunge la fine; proprio nel momento in cui crediamo di aver trovato sostegno, ci troviamo di fronte ad una delusione. Forse perché più che attendendo, il miglioramento va cercato e studiato: forse perché piuttosto che sostegno, bisognerebbe essere collanti per chi ha la nostra stessa direzione, intenzione: cercare un ospedale o un medico migliore, piuttosto che attendere in agonia. La sala operatoria, diventa metafora della tendenza tutta italiana, a preferire la polemica alla rivoluzione, al cambiamento.

Si è cercato di creare una commistione di vari generi: dalla semplice commedia, alla satira, alla pantomima , al dramma sociale, strizzando un po’ l’occhio al “teatro dell’assurdo”, per cercare di rendere, sotto ogni punto di vista, l’idea dell’ atmosfera e degli avvenimenti paradossali e paranormali, che non vorremmo diventassero, a furia di vederli verificarsi con una certa frequenza nelle sale operatorie italiane, esperienza quotidiana, accettata dal senso comune.

Cristian Izzo.

 

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